Tupolev Tu-95

(da it.wikipedia)
Notizie: Il Tupolev Tu-95 (nome in codice NATO Bear) è un bombardiere strategico sovietico-russo sviluppato negli anni cinquanta. Diretto discendente del Tupolev Tu-4, a sua volta sviluppato a partire dal Boeing B-29 Superfortress, si distingue per la sua longevità: il prototipo volò per la prima volta nel 1954 ed è previsto che rimanga in servizio fino al 2040. Il Tu-95 deve il suo nome alla designazione del prototipo ANT-95 (dalle iniziali del direttore dell'ufficio tecnico) mentre si sarebbe dovuto chiamare Tu-20 (gli aerei da bombardamento sovietici ricevevano numeri pari). Il Tu-95 ha dato origine a diversi nuovi modelli: il Tupolev Tu-114 (un trasporto civile), il Tupolev Tu-126 (per l'impiego nel ruolo di AWACS) ed il Tupolev Tu-142 (dedicato alla lotta antisommergibile e guerra elettronica). Nell'immediato dopoguerra, l'Unione Sovietica decise di dotarsi di un bombardiere strategico intercontinentale. Il primo progetto, affidato all'OKB diretto da Andrej Nikolaevic Tupolev, sfociò nel Tupolev Tu-85: si trattava di un grande quadrimotore ad ala dritta, spinto da motori a pistoni, che si prospettò sostanzialmente inadeguato ai compiti previsti, soprattutto se confrontato con i nuovi caccia, propulsi da motori turbogetto. Il progetto venne quindi accantonato in base alle nuove specifiche tecniche richieste, che affiancavano all'autonomia (di 8 000 km) e alla capacità di carico offensivo (11 000 kg), la considerevole velocità di Mach 0,85. Questa volta il compito di realizzare il progetto venne affidato sia al gruppo di Tupolev che all'OKB 23 (appositamente costituito), guidato da Vladimir Michajlovic Mjasišcev. Mentre questo secondo gruppo di lavoro optò per l'impiego di turbogetti per motorizzare il proprio velivolo (dando origine al Myasishchev M-4), il gruppo di Tupolev si concentrò sulla possibilità di installare motori turboelica, apprezzabili per il minor consumo di combustibile, in considerazione dell'autonomia richiesta. In un primo momento ogni singolo motore avrebbe dovuto essere costituito da due motori tedeschi Junkers Jumo 012 accoppiati (il cui sviluppo poteva essere seguito da personale tecnico tedesco deportato al termine della guerra), ma dopo un incidente occorso al primo prototipo nel corso del 17º volo di prova (11 maggio 1953), causato proprio da problemi al propulsore, si ritenne opportuno procedere diversamente. In questo caso fu compito dell'ufficio tecnico OKB 276 (guidato da Nikolaj Dmitriyevic Kuznecov) realizzare un motore che potesse rispondere alle caratteristiche richieste. Il risultato finale fu il Kuznetsov NK-12: un motore di potenza considerevole (circa 12 000 shp, nella prima versione), relativamente parco nei consumi ed in grado di assicurare (nei primi test eseguiti in assenza dei sistemi utili prevalentemente all'impiego operativo militare) la velocità di 950 km/h (impensabile al tempo, soprattutto per un aereo propulso da turboeliche). Con questa nuova motorizzazione i collaudi in volo, iniziati nel 1954, procedettero speditamente e già l'anno successivo, durante la tradizionale parata aerea di Tušino, una formazione di cinque Tu-95 ebbe modo di stupire gli osservatori occidentali. Entrato in servizio nei reparti della Dal'naja Aviacija (la divisione strategica dell'aeronautica Sovietica) nel corso del 1956, il Tu-95 rappresentò per qualche tempo una fonte di seria preoccupazione per le nazioni occidentali, soprattutto a causa delle sue caratteristiche costruttive e delle sue prestazioni: nello stesso periodo i reparti da caccia delle forze aeree NATO erano equipaggiati con velivoli ad ala dritta e le loro prestazioni non erano tali da potersi considerare superiori. Le preoccupazioni crebbero ulteriormente il 30 ottobre 1961, quando un Tu-95 appositamente modificato effettuò il lancio della Bomba Zar, il più potente ordigno all'idrogeno mai sviluppato al mondo. Il gap tecnologico venne, ad ogni modo, ben presto colmato e superato, tanto che il ruolo stesso del bombardiere strategico subì un notevole ridimensionamento. La soluzione percorsa dalle autorità sovietiche fu quella di equipaggiare i Tu-95 con un'arma che potesse essere lanciata prima di entrare nel raggio d'azione dei più recenti sistemi missilistici di difesa e che fosse dotata di prestazioni che ne rendessero difficile l'intercettazione. Nei primi anni sessanta divenne così operativo il missile Raduga Kh-20, più conosciuto con il nome in codice NATO di AS-3 Kangaroo. In sostanza si trattava di un grosso missile da crociera aria-superficie, alimentato da un motore turbogetto ed in grado di trasportare una bomba termonucleare della potenza di 800 chilotoni. Il Kangaroo aveva le dimensioni di un aereo da caccia ed è la più grande arma aviolanciata mai entrata in servizio operativo. Venne impiegato su velivoli di una versione appositamente realizzata. Più o meno nello stesso periodo, divennero sempre più frequenti gli avvistamenti dei Tu-95 in teatri operativi marittimi ed alcuni esemplari risultarono armati del missile antinave Raduga Kh-22 (codice NATO AS-4 Kitchen). Anche in questo caso le caratteristiche esteriori dei velivoli consentirono di individuare una nuova versione del Tu-95. Successivamente gli sviluppi del velivolo per l'impiego nell'aviazione della marina furono considerati un velivolo a sé stante, denominato Tu-142. Altre versioni del Tu-95 furono identificate negli anni successivi e riguardarono velivoli destinati alla ricognizione ottica (riconoscibili dalle fotocamere sistemate nello spazio destinato alla stiva delle bombe nella versione da bombardamento), oppure per compiti AWACS: anche in quest'ultimo caso il velivolo, inconfondibile grazie al radome dorsale contenente gli apparati radar, venne considerato un modello autonomo con la denominazione di Tu-126. Con la caduta dell'Unione Sovietica e le successive ristrettezze di bilancio dell'aviazione russa, gli incontri tra i Tu-95 e gli aerei da caccia dei paesi occidentali si fecero piuttosto sporadici. Il 18 agosto 2007 l'allora Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin annunciò la ripresa dei voli di ricognizione[6] e da allora le intercettazioni tornarono ad essere più frequenti, a testimonianza di una vita operativa tutt'altro che conclusa. Addirittura, nell'ottobre del 2008, nel corso di una esercitazione militare russa, vennero lanciati alcuni missili a lungo raggio Raduga Kh-55 (codice NATO AS-15 Kent) ad opera di velivoli Tu-95MS, riproponendo in tal modo un formidabile sistema d'arma di valenza strategica, limitato solo dall'obsoleto, rumoroso e lento sistema propulsivo ad eliche controrotanti. Il Tu-95 è un monoplano ad ala alta, a freccia (35°). La configurazione a freccia è, da un lato, necessaria al raggiungimento delle velocità richieste dalla specifica iniziale e, dall'altro, è sfruttata sul piano costruttivo per fare in modo che il longherone alare principale attraversi la fusoliera posteriormente al compartimento occupato dall'equipaggio e anteriormente al vano bombe. L'ala medesima è inoltre dotata, sul bordo d'uscita, di ipersostentatori a scorrimento e ospita i serbatoi di combustibile. I motori sono quattro turboeliche Kuznetsov NK-12 la cui potenza arriva, nelle ultime versioni (NK-12MV), a circa 15 000 shp. Nella realizzazione di questi motori venne prestata particolare cura alla forma delle pale dell'elica ed alla loro velocità di rotazione. Tali studi condussero all'impiego di due eliche quadripala controrotanti, che alla velocità di crociera del Tu-95 (Mach 0,7) hanno un regime di rotazione di 750 rpm. Il potenziale offensivo era inizialmente costituito da 11 000 kg di carichi di caduta non guidati (di tipo convenzionale o nucleare); successivamente, in epoche diverse ed a seconda delle versioni, i Tu-95 vennero armati con i missili AS-3 Kangaroo, AS-4 Kitchen e AS-15 Kent. L'armamento difensivo è rappresentato da cannoni da 23 mm sistemati in postazioni binate il cui numero, ancora una volta a seconda della versione, varia da 1 (torretta caudale) a 3 (oltre alla caudale, vennero previste una postazione dorsale ed una ventrale).
![]() Stato: Russia Emissione: 125esimo anniversario della nascita di AN. Tupolev.232 Anno: 2013 |
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